Come proteggere i tuoi dati bancari quando invii l’IBAN via email: ecco i tre accorgimenti indispensabili

Quando si tratta di inviare il proprio IBAN via email, è fondamentale essere consapevoli dei rischi legati alla sicurezza dei dati sensibili e adottare misure che garantiscano la protezione delle proprie informazioni bancarie. Nel contesto attuale, le truffe informatiche sfruttano la comunicazione digitale per compromettere dati finanziari, evolvendosi continuamente in tecniche sempre più sofisticate. Sebbene l’IBAN in sé non permetta di prelevare direttamente denaro dal conto, rappresenta comunque una chiave di accesso per attacchi, frodi e phishing, soprattutto quando abbinato ad altri dati personali.

I rischi nella trasmissione dell’IBAN via email

La posta elettronica rimane uno dei sistemi preferiti dai truffatori per orchestrare tentativi di furto d’identità o attacchi che mirano a dirottare fondi attraverso la modifica fraudolenta dell’IBAN all’interno delle comunicazioni tra aziende o privati. Un caso emblematico è quello riportato da testate specializzate in sicurezza informatica, in cui il malintenzionato accede alla casella di posta della vittima grazie a phishing, brute forcing o malware, osservando i messaggi in uscita e riuscendo a modificare i dettagli bancari per indirizzare i pagamenti verso conti illeciti. Questi attacchi, definiti “fraude del cambio IBAN”, hanno causato perdite economiche anche di milioni di euro e colpiscono sia aziende che privati, soprattutto in ambito commerciale internazionale.

Tra i rischi principali associati all’invio dell’IBAN per email si evidenziano:

  • Intercettazione del messaggio da parte di hacker che possono leggere, modificare o sostituire i dati contenuti nella mail.
  • Accesso abusivo all’account di posta elettronica tramite tecniche di forza bruta, phishing o installazione di malware.
  • Difficoltà di verifica dell’autenticità della richiesta, in particolare quando si ricevono cambi di IBAN da fornitori o clienti.

I tre accorgimenti indispensabili per proteggere i dati bancari

Per difendersi in modo efficace, è essenziale attenersi a tre pratiche di sicurezza ritenute prioritarie da esperti e organismi di sicurezza informatica:

1. Usa la crittografia end-to-end per le email

Il primo e più importante livello di protezione quando si inviano dati sensibili come l’IBAN via email consiste nell’usare servizi di posta elettronica che offrono crittografia end-to-end. Solo così il contenuto del messaggio è leggibile esclusivamente dal mittente e dal destinatario autenticati, anche se la comunicazione venisse intercettata da terzi durante il transito. Fornitori affidabili come quelli menzionati nei recenti articoli di sicurezza consigliano di abilitare questa funzione ogni volta che si trasmettono dati personali o bancari.

2. Proteggi l’accesso alla casella email con autenticazione forte

L’adozione sistematica di password robuste e, soprattutto, dell’autenticazione a due fattori (2FA) rappresenta una contromisura indispensabile per impedire l’accesso non autorizzato ai tuoi messaggi. In pratica, anche se un cybercriminale dovesse ottenere la tua password, non potrebbe accedere senza il secondo fattore di autenticazione, che in genere viene generato tramite applicazioni come Google Authenticator o tramite token fisici. Questa procedura rappresenta una barriera efficace contro la maggior parte degli attacchi informatici rivolti agli account di posta elettronica.

3. Conferma telefonicamente l’IBAN con il beneficiario in caso di cambi o dubbi

Una delle tecniche più comuni per truffare aziende e privati consiste nell’invio, via email, di una richiesta apparentemente lecita di modifica dell’IBAN da parte di presunti fornitori o partner commerciali. È fondamentale, in presenza di ogni cambiamento di coordinate bancarie o ogniqualvolta emergano sospetti sulla comunicazione ricevuta, chiamare direttamente il beneficiario tramite un numero già conosciuto e non presente nell’email sospetta, per richiedere conferma dell’effettiva variazione. Questa semplice verifica telefonica è spesso sufficiente a sventare le truffe più diffuse che colpiscono le transazioni digitali.

Altri suggerimenti utili

Oltre agli accorgimenti indispensabili descritti, esistono ulteriori pratiche raccomandate dagli specialisti per rafforzare ulteriormente la tua sicurezza digitale:

  • Mantieni la tua postazione e il software sempre aggiornati: Antivirus, firewall, e sistemi operativi aggiornati riducono il rischio di infezioni da malware e minacce informatiche.
  • Non aprire mai allegati o link sospetti: Le email fraudolente spesso contengono file o collegamenti che, se aperti, installano software malevolo per rubare dati o compromettere i sistemi.
  • Archivia in modo sicuro documenti con dati sensibili: Non lasciare copie non protette di documenti bancari su dispositivi condivisi o non protetti.
  • Verifica regolarmente i log di accesso alla tua casella email: Un monitoraggio costante consente di individuare attività sospette prima che provochino danni maggiori.

Considerazioni sul livello di rischio dell’IBAN

Un aspetto spesso trascurato è il valore intrinseco dell’IBAN: benché sia considerato un dato personale, l’IBAN da solo – anche se associato a nome e indirizzo – non consente a nessuno di prelevare denaro dal conto. A confermarlo sono fonti autorevoli del settore della sicurezza, secondo cui questo identificativo è necessario in molte transazioni commerciali, tanto da essere spesso richiesto anche in contesti non bancari. Tuttavia, la sua combinazione con altri dati sensibili (come ad esempio copia di un documento di identità) può facilitare ulteriori tentativi di phishing o furto d’identità digitale, soprattutto quando si cerca di spacciarsi per la persona titolare del conto in ambienti digitali non sicuri.

È raccomandabile essere prudenti e limitare la diffusione dell’IBAN ai soli soggetti che ne abbiano effettiva necessità e sempre tramite canali verificati. Proprio per la natura del codice IBAN, è fondamentale bilanciare tra le esigenze di praticità nelle transazioni e la protezione dei dati personali, implementando tutte le misure tecniche e organizzative in proprio possesso.

In conclusione, l’invio dell’IBAN via email può essere reso sicuro solo attraverso l’adozione di comportamenti consapevoli e accorgimenti tecnici che riducono il rischio di compromissione. Usare la crittografia nelle comunicazioni, proteggere gli account di posta con autenticazione forte e confrontarsi sempre direttamente in caso di sospetti sono le fondamenta di una strategia di prevenzione efficace contro le truffe digitali più diffuse nel mondo finanziario.

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